Matteo Gamerro è un uomo capace di grande determinazione e generoso nel raccontare le sue emozioni legate alla realizzazione del suo sogno abitativo, esattamente come l’avrebbe voluta e l’aveva immaginata. La sua casa in bioedilizia è stata realizzata dall’azienda Barra&Barra, costruita evitando le barriere architettoniche e nel rispetto della Natura come richiesto dal signor Gamerro.
Come si è informato sul tema dell’ecologia applicata all’edilizia?All’alba dei 32 anni mi sono re-iscritto all’Università e per l’esattezza al corso di Architettura. Durante un incontro con una mia professoressa, è emerso l’argomento della bioedilizia, da allora non ho più messo in discussione la possibilità di costruire una casa in edilizia tradizionale.
Cosa significa operativamente scegliere e costruire una casa in bioedilizia?
Per essere sinceri la molla iniziale, che mi ha indirizzato verso una casa in bioedilizia, fu senza dubbio la riduzione dei tempi di realizzazione. Operativamente non cambia molto costruire una casa con edilizia tradizionale o in bioedilizia.
Quali attenzioni e quali accorgimenti sono stati indispensabili per la realizzazione del progetto della sua casa?
Come dicevo nella risposta precedente il progetto non si discosta molto da un progetto di tipo tradizionale. Quindi per me, che sono disabile (seduto su una sedia a rotelle), gli unici accorgimenti ed attenzioni sono stati quelli di evitare barriere architettoniche.
Che tipo di emozione restituisce vedere realizzato un sogno, un progetto?Le emozioni che vivo stando nella mia nuova casa sono molteplici: orgoglio per essere riuscito a creare un “qualcosa” molto vicino alle mie aspettative, forse a volte anche meglio. Ho un grande senso di gratitudine nei confronti dei miei genitori, che mi hanno dato la possibilità economica e gli aiuti pratici per realizzare tale progetto. Ho una percezione di gioia e pace nel sentirmi a casa tutte le volte che sono all’interno delle mura domestiche.
Qual è stata la domanda più strana che le hanno rivolto gli scettici rispetto alla sua scelta?Sinceramente ho incontrato pochi scettici: poche persone hanno avuto il coraggio di criticare la mia scelta visto che mi vedevano così convinto. L’unico molto scettico era mio cognato, che aveva sentito dire che nelle case prefabbricate i davanzali erano tutti in PVC, ma quando ha scoperto che nella mia sarebbero stati in pietra di Luserna ha dovuto ricredersi.
Consiglierebbe questa scelta e perché?Sinceramente sì. Perché guardando la casa dall’esterno, senza percuotere i muri, non si direbbe che è una casa in legno, inoltre i tempi di realizzazione non sono paragonabili a quelli dell’edilizia tradizionale. Questo metodo costruttivo non pone limitazioni nella fase progettuale, quindi la casa è stata realizzata seguendo le mie esigenze. Io non ho ancora vissuto un inverno nella mia nuova casa, quindi non so, ancora, quali saranno realmente i costi per riscaldarla, ma se fossero quelli ipotizzati ci sarebbe anche un bel risparmio di denaro e gas.
Mettere al centro l’ecologia, il bene del nostro Pianeta, significa non pensare solo al “qui et hora”. Quale messaggio vuole trasferire alle prossime generazioni?Con questa scelta non ho la presunzione di lanciare grandi messaggi; sono consapevole però che siamo semplicemente ospiti su questa Terra e, visto che ce l’abbiamo solo in prestito, mi sembra importante lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio.