I provvedimenti messi in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria Coronavirus hanno sensibilmente cambiato la nostra percezione di vivere la casa. Durante le lunghe settimane di lockdown, siamo stati “costretti” a trascorrere la totalità del nostro tempo tra le mura di casa, riscoprendo l’importanza degli spazi domestici.

Se, fino a poco tempo fa, molti fattori inerenti la casa ci sembravano di poco conto come, ad esempio, avere una stanza in più o un balcone, oggi tutto questo sta acquisendo una nuova importanza, in virtù di una percezione completamente rinnovata degli ambienti domestici. 

Abbiamo chiesto a Romina Barra, Founder di Barra&Barra, di raccontarci quali sono le sue impressioni da “addetta ai lavori”, che tipo di risposta avrà il mercato e come cambierà l’approccio delle persone alla scelta della casa ideale. Iniziamo subito.

  1. Quale sarà l’impatto che il Covid avrà nel nostro modo di vivere gli ambienti domestici? Quali saranno le caratteristiche indispensabili della casa dell’era post- Covid?

È innegabile che il Covid19 abbia cambiato radicalmente la nostra percezione di casa. La maggior parte di noi vive una quotidianità frenetica: la casa, più che un “porto sicuro”, è percepita più come un dormitorio. Il Covid è stato, in questo senso, un vero spartiacque nella percezione degli ambienti domestici: dover all’improvviso abituarsi ad un nuovo stile di vita ha fatto emergere anche tutti quei difetti che le nostre case hanno e a cui, prima del Covid, non prestavamo attenzione. 

Sarà sempre più importante avere una casa ricca di luce: l’illuminazione naturale ha un apporto benefico sul nostro morale e aiuta a vivere con maggiore energia la giornata. Anche la presenza di uno spazio esterno avrà sempre più rilevanza nelle nostre scelte: la possibilità di prendere una boccata d’aria in un terrazzo, un balcone, un patio o un giardino diventerà prioritario nella scelta. Da non sottovalutare anche la presenza di stanze più spaziose e, magari, di una stanza in più in cui dedicarsi al tempo libero o da adibire a studio. Non dimentichiamoci, infatti, che il Covid ha trasformato le nostre case in uffici “improvvisati” e molti non erano pronti ad adattarsi alle prerogative dello smart working.

  1. L’emergenza sanitaria e il lockdown hanno gettato nuova luce non solo sulla necessità di rimodulare gli spazi, ma anche sulla qualità degli stessi. In che modo una casa in bioedilizia può garantire un ambiente più salubre?

La risposta è nei materiali e nelle tecnologie costruttive. Il legno è un materiale vivo e naturale, che non rilascia sostanze dannose alla salute umana negli ambienti domestici. Tutto ciò che viene impiegato per la costruzione è privo di sostanze chimiche di sintesi. Queste sostanze, spesso presenti nelle case “tradizionali” si diffondono nell’aria provocando effetto tossico e innescando problemi respiratori. Si pensi, ad esempio, ai VOC contenuti in alcune vernici. Le tecnologie costruttive all’avanguardia, unite alla qualità dei materiali, permettono un comfort elevato in tutte le stagioni: il valore isolante del legno permette di mantenere la casa calda in inverno e fresca d’estate, abbattendo i costi per il riscaldamento. Il risparmio energetico consente di diminuire l’impatto sull’ambiente e, allo stesso tempo, tagliare sprechi e inefficienze (con buona pace anche del portafogli).

  1. La qualità dell’aria è un tema sempre più dibattuto in queste settimane. Perché una casa in legno riesce ad assicurare una migliore qualità dell’aria che respiriamo rispetto ad un edificio tradizionale?

Beh, anzitutto, perché i materiali impiegati non sono dannosi per la nostra salute: vengono utilizzati solo elementi certificati, in armonia con l’ambiente e con la nostra salute. Spesso mi chiedono perché tutto questo sia così importante. Io rispondo che, secondo l’OMS, una delle più grandi sfide da fronteggiare è rappresentata dalla Sindrome dell’edificio malato, che colpisce almeno il 30% di chi trascorre molto tempo negli spazi chiusi. Questa sindrome, che si manifesta con una serie di sintomi come mal di testa e senso di spossatezza, è direttamente correlata alla qualità dell’aria. Ad impattare in tutto questo, ci sono i VOC, rilasciati da vernici e colle e altre sostanze dannose che possono provocare riniti allergiche, asma e patologie respiratorie. 

Sulla base di questo, credo fermamente che rivedere i materiali da costruzione e garantire sicurezza negli ambienti indoor sia fondamentale per chi si occupa di edilizia.

  1. Lo Stato ha annunciato un decreto per rilanciare il settore, offrendo la possibilità di accedere al Superbonus 110%. In che modo le detrazioni fiscali possono concretamente sostenere chi vuole rendere più sicura ed efficiente la propria casa?

Benché le nuove detrazioni fiscali del 110% siano già operative per le spese sostenute dall’1 luglio 2020, la situazione è ferma in attesa della legge di conversione, che arriverà entro il 18 luglio 2020, ma soprattutto dei provvedimento attuativi che regoleranno la parte più importante dei nuovi Superbonus, ovvero la cessione del credito.

Per quello che abbiamo potuto apprendere, può essere un’opportunità interessante per chi vuole ristrutturare il proprio immobile. Secondo l’ISTAT, solo l’8% dello stock abitativo italiano è stato costruito in questo secolo. Abbiamo molti edifici vecchi, che necessitano di ristrutturazioni e adeguamenti. Il Superbonus può aiutare ad innescare questo processo. 

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